La normativa italiana sulle superfici antiscivolo è decisamente insufficiente. È necessario che il progettista vada oltre la normativa e che sia in grado di proporre dei pavimenti adatti specifiche condizioni di utilizzo. Magari considerando anche le normative - più evolute - utilizzate da altre nazioni in Europa.
Piastrelle: scivolose o antiscivolo?
Cerchiamo di fare un po' di chiarezza su un argomento... "scivoloso".
A parte gli scherzi: la resistenza allo scivolamento delle piastrelle ceramiche è un argomento delicato e che merita un approfondimento perché coinvolge la sicurezza delle persone.
Vediamo allora di capire, con questo approfondimento, quali sono le normative in vigore in Italia, quali quelle da rispettare - anche se non obbligatorie - ed in quali ambienti.

Piastrelle antiscivolo per esterno e interno
L'attenzione al grip che una pavimentazione deve avere è importante all'interno e, soprattutto, all'esterno.
All'interno vanno studiate pavimentazioni che siano coerenti con gli ambiti e gli utilizzi. Pensiamo a locali lavorativi, a ristoranti, bar o locali dedicati al divertimento ma anche alle scuole o agli ambienti sportivi. Le caratteristiche antiscivolo di una piastrella non vanno d'accordo con le esigenze di pulibilità: una superficie con un grip elevato risulterà, infatti, più difficile da pulire di una superficie liscia.
Pulizia dei pavimenti in ceramica
Questa caratteristica è da tenere in considerazione anche per le pavimentazioni esterne in cui la superficie antiscivolo è SEMPRE richiesta, a prescindere dal tipo di immobile. Anche in questo caso la superficie ruvida sarà più difficile da pulire sebbene, trattandosi di esterni, non si pretenda un livello di pulizia come quello richiesto all'interno.

Scivolosità della piastrella: come si misura
Per la legge italiana l'unico metodo valido per misurare la scivolosità di un pavimento in grès porcellanato (ma anche in altri materiali) è il metodo BCRA.
Il metodo, come vedremo nel paragrafo successivo è purtroppo carente e può dare risultati molto fuorvianti.
Ma dato che, al momento, è l'unico considerato dalla legge è bene conoscerne i principi di funzionamento perché in caso di processo civile o penale sarà il metodo BCRA ad essere utilizzato da giudici e periti per dirimere le questioni.
Il BCRA per la determinazione della scivolosità
Il termine BCRA è un acronimo inglese e sta per Associazione Ricerca Ceramica Britannica (British Ceramica Research Association). Il test di attrito scelto dal legislatore italiano è, quindi, di origine inglese. Il test fornisce come risultato il valore μ che rappresenta il "coefficiente di attrito" di un pavimento in piastrelle posate in opera.
In questa definizione riscontriamo già il primo elemento interessante: innanzitutto il test viene eseguito sul pavimento posato e non sulla singola piastrella, per cui non è necessariamente un test "da laboratorio" ma può essere eseguito direttamente sulla pavimentazione, al termine della posa. Il test da laboratorio viene condotto pavimentando una porzione di pavimento "campione" ma in caso di contestazione i valori vengono calcolati sul posto, in cantiere.
Questo tipo di test non viene eseguito dai nostri posatori, ma da tecnici specializzati!

Come si determina la scivolosità di un pavimento
Il coefficiente di attrito è determinato valutando l’attrito che si crea tra la porzione di pavimentazione da testare ed un macchinario che contiene, alla base, un elemento scivolante. Il macchinario si muove sulla porzione di pavimento ad una velocità costante (circa 17 millimetri al secondo) ed a questa velocità si determina un certo attrito, detto dinamico perché viene misurato durante il movimento.
Il valore di questo attrito dinamico genera il coefficiente μ e si definisce come il rapporto tra la forza di resistenza di attrito, opposta alla direzione di moto, che agisce sull’elemento scivolante e la forza peso.
L’elemento scivolante che viene collegato al mezzo motorizzato è dato da gomma, cuoio o altri materiali. Il coefficiente μ va calcolato per questi diversi materiali ed in condizione di superficie asciutta.
Si tratta di installare sotto al dispositivo l'elemento scivolante, che deve "imitare" la suola di una scarpa (per questo cuoio e gomma) e di applicare un peso al di sopra. A quel punto può iniziare il test "cuoio su superficie asciutta" (che deve essere pulita: senza polvere, foglie o altri materiali) e successivamente il test "gomma su superficie bagnata".

BCRA oppure Tortus?
Può capitare che qualcuno parli di "test tortus": BCRA e TORTUS indicano lo stesso identico tipo di test.
Il termine "Tortus", infatti, deriva dal nome del macchinario (lo vediamo qui di seguito) che esegue il test. Meglio ancora: Tortus era il nome del primo macchinario inglese che venne prodotto al fine di condurre questo test. Oltre che BCRA e TORTUS questo test viene anche denominato "Floor Friction Test".

Il valore antiscivolo BCRA per la norma
Il valore del coefficiente di attrito minimo μ perché un pavimento possa essere considerato antiscivolo è 40. Questo significa che se un pavimento posato in ambienti in cui sono necessarie proprietà antiscivolo ottiene μ > 40 la superficie è considerata a norma secondo il Decreto Legislativo n. 81 del 2008 che assorbe il precedente Decreto Ministeriale 236 del 1989.
Vediamo cosa scrive nel dettaglio l'articolo 8.2.2 del Decreto del Ministro dei Lavori Pubblici 14 giugno 1989 - n. 236:
[art. 8.2.2] "Per pavimentazione antisdrucciolevole si intende una pavimentazione realizzata con materiali il cui coefficiente di attrito, misurato secondo il metodo della B.C.R.A. (British Ceramic Research Association) sia superiore a: 0,40 per elemento scivolante cuoio su pavimentazione asciutta - 0,40 per elemento scivolante gomma su pavimentazione bagnata - i valori predetti di attrito non devono essere modificati dall'apposizione di strati di finitura lucidanti o di protezione, che, devono essere applicati sui materiali prima della prova. Le ipotesi di pavimentazione asciutta o bagnata devono essere assunte in base alle condizioni normali del luogo ove sia posta in opera."

Scivolosità: la legge non basta
Ma è sufficiente che il pavimento rispetti questa norma per poterlo definire antiscivolo ? Sono molti gli operatori nel settore dei pavimenti che pensano che il rispetto di questa normativa non sia sufficiente per garantire all'utente di usufruire in sicurezza della pavimentazione.
E' piuttosto intuibile come la misurazione in condizioni di pavimento perfettamente pulito, spesso non coincida con la realtà, specie quando si tratta di una pavimentazione esterna. Chiaramente un pavimento asciutto e pulito ha una scivolosità completamente differente da un pavimento impolverato leggermente bagnato dalla pioggia. Ma anche la presenza di foglie bagnate dalla rugiada mattutina mette a rischio la stabilità di chi si trova a camminarvi sopra.
Il test BCRA, inoltre, effettua il test simulando l'attrito di una suola in gomma o cuoio ma non ci fornisce nessuna informazione sulla scivolosità del pavimento a piedi scalzi. Pensiamo, ad esempio, alla necessità di determinare lo scivolamento in una pavimentazione perimetrale di una piscina o di uno spogliatoio di una palestra.
Per ovviare alle carenze di questo test alcune aziende ceramiche - le più serie - non si accontentano di fornire solo il valore del test BCRA e commissionano a laboratori accreditati anche degli altri test che, pur non validi per la legge italiana, ci consentono di avere maggiori informazioni sul prodotto acquistato.
Antiscivolosità secondo i tedeschi: DIN 51130
Uno dei test più conosciuti ed importanti è quello che viene svolto secondo la norma DIN 51130, che in Germania ha valore di legge. Si tratta di una prova che viene effettuata in laboratorio e che fornisce un valore R, che coincide con un certo angolo di scivolamento. Purtroppo anche questo test soffre di parecchie lacune ma, abbinato al BCRA, ci aiuta a compiere un acquisto più consapevole del pavimento.
Il test viene effettuato realizzando un pannello di dimensioni, circa 50x100. Il pannello viene installato su una pedana ad inclinazione variabile ed una persona, che per sicurezza viene imbragata, si posiziona sopra al pannello con le scarpe calzate cercando di rimanere in equilibrio.
Per rendere un po' più critica la situazione si cospargono le piastrelle con una determinata quantità di olio, a simulare umidità e presenza di materiali "scivolanti" sulla piastrella. La pedana inizia ad inclinarsi lentamente e nel momento in cui la persona scivola si va a verificare l'angolo di inclinazione raggiunto. Maggiore è l'angolo di inclinazione e più la piastrella dimostra di essere antiscivolo. Minore è l'angolo e più scivolosa è la piastrella

L'indice di scivolamento R, la tabella

Scivolosità sul grès a piedi scalzi
Non contenti del solo test a piedi calzati, in Germania prevedono anche la ripetizione del test, sulla pedana inclinata, ma stavolta a piedi scalzi. Le piastrelle non vengono cosparse di olio ma solamente con acqua ed in questo caso si attribuirà al risultato del test una lettera A, B oppure C.

Quindi se, ad esempio, una piastrella viene classificata come R 11 A+B+C significa che il test a piedi calzati ha superato l'angolo di scivolamento di 19° e che il test a piedi scalzi ha superato tutti e tre gli step.

Quali resistenze antiscivolo nei diversi ambienti?
Per dare ai progettisti indicazioni su quali siano le resistenze antiscivolo vanno da prescrivere nei differenti ambienti ho incollato, qui di seguito, alcune tabelle prese dal sito dell'upi (ufficio prevenzione infortuni) Svizzero.
L'ente precisa i valori R minimi richiesti innanzitutto per i vani comuni di un edificio:

Lo stesso ente ci da indicazioni sulle prescrizioni da consigliare per una abitazione:

Se ci si trova a dover progettare un locale pubblico o in un negozio questi sono i valori antiscivolo delle piastrelle consigliati:

Di seguito i valori antiscivolo da consigliare in un edificio pubblico:

Conclusione
Se ci troviamo a dover scegliere la tipologia di piastrelle in ceramica in un ambito in cui sia richiesta l'antiscivolosità è bene non affidarsi solo alla normativa italiana. Il superamento del valore μ BCRA di 0,40 dettato dalla normativa non è sufficiente. È consigliabile rispettare i valori di antiscivolo prescritti dalla norma tedesca DIN secondo le tabelle e le indicazioni sopra riportate.
Per avere ulteriori consigli e acquistare un pavimento antiscivolo contattaci compilando il form qui sotto, queste sono le due sedi in cui puoi venire a trovarci:
| FRATELLI PELLIZZARI spa VIALE EUROPA, 2 36053 GAMBELLARA (Vicenza) [email protected] |
Se non sei delle provincie di Vicenza o Verona, puoi continuare ad informarti: Resistenza al graffio della piastrella in ceramica
ottimo articolo mi fà piacere che ci sia più divulgazione sul tema, vorrei permettermi una precisazione ( se vuole aggiungerla all'articolo ) il nome Tortus è un nomignolo che gli deriva propio da Tartaruga (in inglese Turtle)... è questa lentezza che mostra dati di attrito più elevati di quello che sono, a volte anche il doppio in pratica si elimina l'acquaplanning andando cosi lenti gli inglesi hanno abbandonato ormai da tempo questo sistema (bandito più che altro) dato che una persona in fase di scivolamento ha una velocità decisamente molto più elevata!