Lo troviamo nei moderni box doccia, nei piani e nella struttura dei mobili da bagno, nei pensili ma anche negli accessori: il vetro è un ingrediente importante nei nostri bagni e la sua storia merita di essere raccontata.
Il vetro ed il bagno: mobili e accessori raffinati
Il vetro si usa da centinaia di anni per la sua bellezza, per la trasparenza e per la capacità di riflettere la luce. Ma è anche un materiale che non risente dell'umidità, per questo si presta particolarmente ad essere utilizzato in bagno.
La lavorazione del vetro nella storia
Nell'antichità la difficoltà di fabbricazione e di lavorazione, la fragilità e la caratteristica della trasparenza rendevano questo materiale uno dei più preziosi esistenti. La trasparenza in particolare, raramente riscontrabile in natura se non in alcuni tipi particolari e puri di cristalli, lo rendeva ricercato ed ambito.
Spingendo l'analisi storica a tempi ancora più remoti è possibile individuare alcune tecniche di lavorazione che risalgono a millenni fa. La formatura di oggetti tramite unione di tessere vitree portate ad alta temperatura risale ai tempi della Mesopotamia, mentre la soffiatura è una tecnica che ha origini nella Grecia Antica.
La sua bellezza irrinunciabile lo ha visto protagonista in numerosissimi oggetti di artigianato, come bicchieri, vasi, calici, lampadari e ampolle - dalle fatture pregevolissime - che sono giunti fino a noi, fortunatamente, attraversando indenni i secoli.
Il vetro oggi
Le lavorazioni artigianali di questo materiale sono cambiate ben poco da allora. Il vetro viene ancora fabbricato miscelando silice, soda, potassio e silicati. Le tecniche di lavorazione, come quella a colatura, a soffiatura, la plasmata in massa... sono rimaste pressoché immutate. Forse l'unica vera novità si è avuta nei forni che sono molto diversi da quelli antichi che ancora vediamo funzionanti nell'isola Veneziana di Murano. Qui i turisti possono all'opera i maestri vetrai che conservano le antiche tradizioni.
Insomma le basi di lavorazione del vetro sono state gettate in terre ed epoche lontane per poi essere affinate con il tempo e grazie alle abilità dei maestri vetrai.

La composizione chimica del vetro
Il vetro si può definire come un materiale ceramico con struttura amorfa formato da materiali inorganici (silicati) di fusione che vengono raffreddati ad uno stato rigido solido senza cristalizzazione (liquido
sottoraffreddato). I vetri più comuni sono formati da silice amorfa.
Nella silice, i tetraedri sono disposti ordinatamente nello spazio. Esistono diversi tipi di vetri:
- i vetri sodico-calcico: 71-73% SiO2, 12-14% Na2O, 10-12% CaO. Gli ossidi diminuiscono il punto di rammollimento, da 1600°C a 730°C. Si aggiunge MgO per prevenire la devetrificazione e Al2O3 per migliorare la durabilità.
- i vetri al boro-silicato: l’aggiunta di B2O3 permette di ridurre l’espansione termica e la temperatura di rammollimento
- i vetri al piombo: l’ossido di piombo agisce sia come formatore che come modificatore di
reticolo.
La disposizione atomica in un vetro può essere considerata grossomodo casuale, per cui le sue proprietà fisiche risultano isotrope (identiche lungo tutte le direzioni). In questi materiali possiamo trovare difetti di punto come atomi mancanti o coordinazioni sbagliate, tuttavia non sono presenti dislocazioni. Nei vetri dunque si osservano raramente comportamenti duttili, e la loro frattura risulta fragile.
Dalla lavorazione del vetro si possono ottenere prodotti cavi mediante la tecnica per soffiaggio; articoli piani ottenuti per pressatura; fibre attraverso la filatura del vetro e lastre attraverso la tecnica del galleggiamento.
Il vetro temprato
Un altro tipo di vetro molto conosciuto è il vetro temprato che viene ottenuto raffreddando molto rapidamente il vetro dopo che è stato scaldato fino a quasi il suo punto di fusione. La superficie si raffredda per prima e si contrae. Il centro, invece, si raffredda dopo, e la sua contrazione è ostacolata dallo scheletro già formatosi (superficie rigida). L’interno dello strato resta quindi sollecitato a trazione. Il processo funziona perché il vetro resiste meglio a compressione che a trazione, quindi, se si applica uno sforzo di trazione, esso deve superare la precompressione e la resistenza a trazione prima che la lastra si rompa.
Il vetro-ceramico
Alla classe dei vetri, appartengono anche i vetroceramici che sono materiali policristallini ottenuti attraverso attraverso un processo di cristallizzazione controllata del vetro. Il risultato di questo processo è un materiale denso e policristallino. Essi sono utilizzati per diversi applicazioni come piani cottura, articoli da cucina, componenti per l’elettronica, materiali di impiego medico ed odontoiatrico, vetroceramica ad alta resistenza e
vetroceramica per l’ottica.
La produzione del vetro
Fino a pochi decenni fa il vetro era un materiale estremamente prezioso: le raffinate tecniche artigianali acquisite attraverso anni e anni di esperienza e la specifica sensibilità, quasi artistica, rendeva i manufatti in vetro delle piccole opere d'arte, retaggio di pochi fortunati.
Nel corso dell'ultimo secolo però, si sono avuti grandi cambiamenti tecnologici che hanno portato all'individuazione ed elaborazione di tecniche di produzione, poi industrializzate, di oggetti vitrei diventati quindi di uso comune. Bottiglie, vasi e bicchieri, sempre più facilmente reperibili a prezzi contenuti, hanno fatto perdere al vetro la connotazione di preziosità che lo caratterizzava, per trasformarlo in una presenza quotidiana “banale” e facilmente accessibile a tutti. Inoltre la necessità di produrre oggetti per un uso massificato con macchinari che devono sfornare un certo numero di pezzi al giorno ha determinato l’esigenza di realizzare pezzi con un certo spessore, in grado di resistere a urti e shock fisici di vario tipo così da ridurre notevolmente la fragilità del materiale, altra componente che ne determinava la preziosità.
Il vetro temprato
Sono state anche approntate determinate tecniche di rafforzamento del vetro con lo scopo di renderlo resistente a situazioni di forte calore o a sbalzi di temperatura in cui prima non avrebbe resistito.
Il processo di tempra, ad esempio, durante il quale l’oggetto o il semilavorato vitreo vengono sottoposti al passaggio da un'altissima temperatura a un raffreddamento uniforme e controllato, rende più stabile la struttura del vetro e di contenerne la tendenza a creparsi e a rompersi di fronte a shock termici o a forti urti.

Il vetro stratificato
Le lastre in vetro stratificato sono costituite da due o più lastre di cristallo unite in tutte la superficie mediante interposizione di uno o più fogli di materiale plastico. Si differenziano dai vetri stratificati uniti nel perimetro che sono composti sempre da più lastre che, però, sono unite solamente lungo il perimetro in modo da formare delle intercapedini interne che possono contenere aria o particolari gas.
Il vetro stratificato viene anche detto "vetro di sicurezza" perchè in caso di rottura di una lastra, le altre lastre la sostengono evitando che cadano grosse scheggie o frammenti.
Questa tipologia di vetro si utilizza, per esempio, come parapetto per le scale.
Come si produce il vetro?
La tecnica produttiva del vetro consiste nella solidificazione lenta e progressiva, per evitare la cristallizzazione, di una miscela omogenea di silice (che funge da vetrificante), soda (fondente) e calce (stabilizzante).
La composizione, ad esempio, del vetro chiaro è: 72% silice, 13,5% soda; 10,7% calce; 2,6% magnesio; 0,7% allumina; 0,5% anidride solforosa.
L'introduzione nella miscela fusa di ossidi metallici consente di ottenere lastre colorate in pasta.
Le lastre in vetro
Per quanto riguarda la realizzazione di pezzi d'arredamento, tra cui le lastre che utilizziamo comunemente nei bagni, l'invenzione più importante è stata quella dell'elaborazione del processo di fabbricazione del cristallo in lastra float.
Fino ai primi decenni di questo secolo, infatti, per ottenere lastre di vetro si procedeva con l'antico sistema della soffiatura che però consentiva di ottenere solo lastre dalle misure molto limitate, oppure attraverso il sistema della tiratura del vetro (la massa di vetro in fusione veniva “tirata" verticalmente e fatta passare attraverso rulli che avevano lo scopo di ridurne man mano lo spessore e di rendere lisce le superfici).
Da entrambe le tecniche però, risultavano lastre dalle superfici non perfettamente planari e quindi leggermente deformate (basti pensare agli specchi vitrei vecchi o antichi, che spesso deformavano la figura riflessa o ai rari per finestra, sopravvissuti nonostante l'età, la cui leggera ondulazione non ci fa vedere bene all'esterno).
Produzione di vetro con il sistema "float"
Ma in cosa consiste il sistema float ? Negli anni Cinquanta l'azienda anglosassone Pilkington ha elaborato un processo che consiste nel far colare la massa vitrea in fusione su uno strato di stagno fuso lasciandola galleggiare (“float”, in inglese) sopra di esso, mentre il lato superiore della massa vetrosa rimane in contatto con un’atmosfera composta da azoto e idrogeno.
Man mano che la massa vitrea scorre lungo il “nastro“ di metallo fuso dove vincoli meccanici (come rulli o altro) ne definiscono lo spessore. Essendo in temperatura di fusione e posata su uno strato di metallo, a sua volta in fusione, la massa vitrea è libera di assestarsi e tende ad appianarsi seguendo l'impulso dato dalla forza di gravità.
Ne derivano lastre dalla perfetta planarità e dalle notevoli dimensioni, utilizzabili per la realizzazione di semilavorati e oggetti, anche da arredamento. Il fatto che sono perfettamente lisce ha anche permesso l'accoppiamento di varie lastre per realizzare cristalli di sicurezza, per vetrine di grandi dimensioni, ma anche cristalli antiproiettile.
Lavorazioni successive del vetro
Una volta ottenuta la lastra singola questa può subire una serie di lavorazioni sia sul bordo che sulla superficie. Le principali sono:
- taglio
- molatura dei bordi
- foratura
- incisione con mole
- sabbiatura (opacizzazione della superficie con getto di sabbia ad alta pressione)
- curvatura: si introduce la lastra in forno fino al rammollimento e poi la si fa aderire ad un supporto che funge da stampo per ottenere la curvatura desiderata
- tempra: finalizzata ad aumentare la resistenza del vetro agli sforzi di flessione.
Il vetro come arredo nei bagni
Ma veniamo al mondo del bagno che, in questi ultimi anni, ha visto un utilizzo del vetro diffuso. Non solo, come in passato, relativamente ad alcuni particolari o accessori, ma anche nella realizzazione di elementi funzionali come il lavabo che pian piano che sta assumendo un ruolo fortemente decorativo grazie a forme sempre più ricercate ed a materiali e colorazioni di impatto.
Le potenzialità cromatiche, la relativa semplicità di lavorazione, la facilità di elaborazione di nuovi progetti e la possibilità di realizzare anche pezzi unici sono i punti di forza di questo materiale che sta acquisendo un ruolo da protagonista nell'arredamento domestico.
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