La piastrella in Bicottura

Le piastrelle in bicottura

Ti stai chiedendo che cos'è la bicottura? Sei curioso di sapere come si produce e che caratteristiche ha questa piastrella?  In questo articolo ne scopriremo le origini e le applicazioni e capiremo quali sono gli ambiti applicativi di questa tipologia di piastrella in ceramica.

Piastrelle per rivestimento

Diciamo subito che le piastrelle prodotte grazie al metodo produttivo denominato bicottura sono oggi utilizzate quasi solamente per il rivestimento, anche se un tempo, quando non c'erano alternative, venivano utilizzate anche come pavimento. 

A pavimento si sono utilizzati dapprima le monocotture e poi, negli ultimi decenni, le piastrelle in grès porcellanato.

Perché la bicottura solo a rivestimento?

La finalità applicativa è conseguenza della maggiore fragilità e delicatezza di questo prodotto rispetto ad altre tecnologie che nel frattempo sono nate grazie ad innovazioni di processo ed a nuove argille disponibili.

Questo processo continua comunque ad essere utilizzato perché consente una maggiore brillantezza e lucentezza delle superfici rispetto ad altri metodi produttivi.

Il nome bicottura

Il nome bicottura deriva dalle modalità di produzione di questa piastrella che prevede due distinte fasi di cottura.

► Nella prima fase si realizza il supporto. Quest'ultimo viene realizzato con argilla pressata e cotta e prende il nome di "biscotto".  

► Il biscotto potrà poi essere decorato mediante smalti colorati e applicazioni di serigrafie sulla superficie e quindi cotto per la seconda volta.

Ed ecco il motivo del nome "bicottura".

Quali componenti per la piastrella in bicottura?

Il supporto viene realizzato utilizzando

► argilla,

► sabbia, e

► feldspati con funzione fondente.

 

Gli smalti invece sono preparati miscelando

► argilla,

► rocce calcaree,

► quarzo,

► feldspati miscelate a vari

► composti inorganici, come minerali particolarmente puri, ossidi coloranti e, infine, a

► vetri preformati che consentono di ottenere le caratteristiche tecniche e gli effetti voluti (opacità, resistenza superficiale, colorazione).

La natura vetrosa dello smalto è importante e consente di raggiungere gli specifici requisiti del rivestimento ceramico, come la resistenza all’abrasione superficiale, agli agenti macchianti e agli aggressivi chimici , e le sue caratteristiche di igienicità.

Bicottura: produzione del biscotto

Abbiamo visto come il processo produttivo si divida in due fasi, molto spesso svolte da aziende diverse e lontane temporalmente: prima si produce il supporto, successivamente lo stesso viene smaltato e cotto nuovamente per dar luogo al prodotto finito.

Iniziamo ad esaminare le fasi di produzione del supporto (biscotto) che si suddividono in : 

► macinazione delle argille (realizzabile con il metodo ad umido o con quello a secco)

► pressatura delle stesse tramite compressione del tampone sullo stampo per ottenere il "supporto crudo"

► essiccamento, che ha la funzione di eliminare il contenuto d’acqua (che era necessaria per la pressatura) prima della cottura

► cottura, che permette di ottenere finalmente il cosiddetto biscotto, il supporto su cui dovranno essere successivamente posti gli smalti.

Bicottura: gli smalti

Una volta ottenuto il supporto si procede con la seconda fase e cioè la smaltatura dello stesso e la successiva seconda cottura che darà luogo al prodotto finito: la bicottura appunto. 

La preparazione degli smalti consiste nel dosaggio delle materie prime (fritti, caolini, sabbie silicee, ossidi diversi, pigmenti coloranti, etc) e nella loro macinazione in acqua per ottenere una sospensione contenente circa il 40- 50 % di acqua già pronta per l’applicazione. Si tratta quindi di vari liquidi differenti a seconda delle finalità decorative che si vogliono ottenere.  

Una volta confezionati gli smalti si tratterà di applicarli al supporto.

Bicottura: la smaltatura 

Questa operazione si chiama smaltatura e avviene mediante macchine di distribuzione di tipo diverso, a seconda dell’effetto estetico che si vuole dare alla piastrella:

► filiere e campane servono per distribuire uno strato uniforme di smalto;

► i gocciolatoi applicano lo smalto sotto forma di gocce casualmente distribuite sulla piastrella,

► gli aerografi, permettono di spruzzare lo smalto.

Molto importanti sono

► le macchine serigrafiche che arricchiscono la piastrella con disegni e forme spalmando gli smalti attraverso un retino e, ultime nate,

► le stampanti digitali che applicano gli smalti a goccia tramite microscopici ugelli in modo simile al metodo con cui le stampanti a getto d'inchiostro stampano su carta.

Queste ultime riproducono immagini digitali ad alta risoluzione con effetti sorprendenti di fedeltà sulla lastra ceramica. Abbiamo dedicato un articolo alle stampanti digitali:

La stampa digitale su ceramica

Bicottura: la cottura della piastrella

Il prodotto ceramico, una volta smaltato, viene stoccato all’interno di appositi box, in attesa di essere cotto nuovamente. Dei dispositivi automatici provvedono al prelievo e alla immissione in forno del supporto smaltato che viene cotto a temperature di circa 900 gradi.

Bicottura: la scelta delle piastrelle

Al termine della cottura seguirà la fase della scelta, operazione necessaria al fine di verificare la qualità (planarità, tonalità e mancanza di difetti superficiali) delle piastrelle finite.

Il controllo va fatto piastrella per piastrella, non a campione.

Potranno esservi piccole differenze cromatiche all'interno del lotto produttivo, per questo è necessario suddividere il lotto produttivo in diversi sub-lotti caratterizzati da differenti "toni" e "calibri".

Come dicevamo l'operazione di scelta viene eseguita controllando ogni singola piastrella prodotta sia mediante apparecchiature elettroniche computerizzate,  che controllano la planarità, l’ortogonalità e il calibro dello piastrelle, verificando gli scostamenti dalle tolleranze previste dalle norme europee o i più rigidi parametri che le aziende ceramiche più serie si impongono, sia mediante controllo visivo da parte di operatori. 

Al termine della scelta verranno classificati come "seconda" o "terza scelta" quei pezzi che presentano difetti superficiali o marcate variazioni di tonalità. Sulla confezione viene stampigliato "PRIMA" o "SECONDA" o "TERZA" in modo da rendere immediatamente nota la classificazione anche all'utente finale.  

I prezzi delle diverse scelte sono differenti: una seconda scelta può costare da un 30% ad un 50% in meno della prima scelta. 

Perchè la bicottura: vantaggi e svantaggi

Come si diceva all'inizio, la Bicottura consente, rispetto alla monocottura ed al gres, di ottenere delle piastrelle più brillanti, più lucide, con una perfetta definizione degli smalti e dei colori. Per questo sopravvivono molte aziende che tuttora utilizzano la bicottura per produrre splendidi rivestimenti.

Un esempio sono le piastrelle artistiche o artigianali che generalmente vengono prodotte secondo il processo di bicottura appena descritto. In bicottura sono gli splendidi prodotti di Cerasarda o le maioliche amalfitane di De Maio. 

I difetti sono quelli noti: una minore resistenza all’usura, alla scalfittura ed all’urto, legati alla maggiore porosità ed alla presenza di uno strato di supporto di composizione differente dallo strato di smalto.

Leggerezza, l'estetica, la minore resistenza tecnica, la facilissima lavorabilità da parte dei posatori ed il costo abbordabile sono invece i vantaggi che ne fanno un prodotto l’ideale per rivestire le pareti di bagni e cucine

 

Grazie! 

 

Grazie per aver letto questo articolo. 

Se vuoi continuare ad approfondire la conoscenza del mondo delle piastrelle ti suggerisco questo percorso di lettura:

 

Percorso di lettura: piastrelle in ceramica
  Storia della piastrella in ceramica
  Bicottura
  Monocottura
  Grès porcellanato
  Cotto