ALTRI FORMATI del PORFIDO
Oltre a questi prodotti il porfido si presta alla produzione di cordoli stradali di varie dimensioni e sagome ma anche copertine per rivestire muri o gradini per realizzare scalinate. Sempre in porfido possono essere realizzati battiscopa e zoccolini perimetrali della casa.
Le caratteristiche del porfido per pavimenti
L'utilizzo del porfido per realizzare pavimentazioni esterne, in una delle varie versioni (opera incerta, squadrato e segato) presenterà una superficie sostanzialmente piana ma non liscia, anzi piuttosto ruvida (grazie allo spacco naturale) e quindi antiscivolo.
Il materiale, come abbiamo visto, ha qualità fisico meccaniche elevate, con uno spessore variabile e con delle dimensioni anch’esse variabili.
La colorazione è generalmente mista, non uniforme, che tende al grigio ma con elementi e chiazze di colore rosso o ruggine tendente al violaceo.
La posa in opera del porfido
Iniziamo dal terreno sotto alla pavimentazione: si deve evitare di costruire una pavimentazione in porfido su un terreno argilloso o paludoso, oppure contenente creta o torba, mentre vanno benissimo supporti rocciosi, ghiaiosi o sabbiosi compatti.
IL SOTTOFONDO PER IL PORFIDO
Come per qualsiasi pavimentazione, anche nel caso del porfido occorre prestare particolare attenzione alla preparazione dello strato dove si andrà ad appoggiare la pavimentazione. Il porfido, infatti, non può essere posato direttamente al di sopra del terreno. Va creato uno strato comunemente detto “sottofondo” che si interpone tra il terreno e l’allettamento della pavimentazione.
Sottovalutare il sottofondo, in una pavimentazione esterna, significa incorrere in rischi di cedimenti o rigonfiamenti tali da compromettere la funzionalità del pavimento.
Il sottofondo deve:
- essere incomprimibile,
- deve avere già la pendenza che poi avrà anche la pavimentazione, e
- deve essere del giusto spessore, calcolato in modo da accogliere lo spessore del materiale scelto e dell’allettamento.
Se lo spessore del sottofondo è troppo elevato (eccesso di quota) compromette la fattibilità del pavimento soprastante, se viene fatto di spessore troppo sottile (difetto di quota) occorrerà aumentare lo strato di allettamento, cosa che comporta una diminuzione della resistenza ai carichi.
Per quanto riguarda la pendenza del sottofondo: noi consigliamo, per permettere il deflusso dell’acqua, che sia di almeno 1,5%.
Il sottofondo più utilizzato è il cosiddetto “magrone”, un getto di calcestruzzo, mediamente di uno spessore di 10/15 cm. ottenuto impastando sabbia, cemento, ghiaino ed acqua con una percentuale di cemento di circa 200 kg per metro cubo. È sempre consigliato annegare una rete metallica elettrosaldata nell’impasto ᶲ 5 maglia 20x20.

L'ALLETTAMENTO
Sopra al sottofondo va steso lo strato di allettamento che può essere di due tipi:
► il cosiddetto letto sciolto e cioè l'utilizzo di sabbia o pietrischetto
► oppure il "letto di malta" che può essere prodotta in cantiere, mediante miscelazione di sabbia e cemento, oppure utilizzando una malta pronta.
Vediamoli entrambi.
In primo luogo ti sconsiglio di utilizzare il letto sciolto a base sabbia: noi non lo usiamo mai.
Se hai intenzione di stuccare con la resina le fughe del porfido allora potresti utilizzare il letto sciolto di pietrisco di porfido: si tratta di granella di porfido ottenuta dallo scarto di cava.
Se, invece, preferisci una stuccatura in boiacca cementizia (tradizionale) allora ti consiglio di utilizzare la posa a sabbia e cemento oppure con della malta premiscelata studiata specificamente per il porfido. Una delle migliori è la Mapestone TFB 60.
Se, infine, deciderai di optare per una malta confezionata in cantiere, devi considerare, per la posa del pavimento, un dosaggio di 200 kg di cemento per ogni metro cubo di sabbia, tale dosaggio deve essere aumentato quando vengono messi in opera i profili perimetrali (cordoli o binderi). In quel caso è necessario portarlo a 250 kg per metro cubo di sabbia.
LA STUCCATURA
La stuccatura, come accennato, può avvenire in due differenti modalità:
► stuccatura tradizionale in boiacca cementizia
► stuccatura in resina
La tradizionale stuccatura in boiacca cementizia può avvenire, come nel caso dell'allettamento, con una miscela di inerti e di leganti confezionata in cantiere oppure utilizzando degli stucchi premiscelati. Vale sempre la regola che una malta premiscelata, sia come letto di posa che per stuccare, costa di più ma ha una formulazione precisa perchè fatta in laboratorio. Nel caso del porfido noi consigliamo di utilizzare, per la stuccatura, le malta della collezione Mapestone di Mapei: Mapestone PFS 2 oppure Mapestone PFS 2 VISCO.
Nel caso, invece, tu decida di optare per un pavimento in porfido con stuccatura in resina, il riempimento delle fughe tra un pezzo di porfido ed un altro avverrà con un impasto di granella di porfido (per motivi tecnici ma anche estetici) con una successiva iniezione di resina che andrà a legare e compattare queste granelle.
Se vuoi approfondire questo argomento troverai molte informazioni qui:
STUCCATURA IN RESINA DEL PORFIDO
Le pendenze nei pavimenti esterni
Le pavimentazioni per esterno devono essere pensate in funzione dello smaltimento delle acque meteoriche, vanno pertanto opportunamente progettate le pendenze che dovranno raccogliere e convogliare l’acqua in apposite canalette o pozzetti.
Come dicevamo pocanzi la pendenza minima necessaria per assolvere a queste funzioni è del 1,5%. Le canalette con soprastante griglia consentono un deflusso istantaneo di una notevole massa d’acqua mentre le caditoie, o tombini, smaltiscono una minore quantità d’acqua e richiedono la realizzazione di pendenze convergenti.
Nel dimensionamento di griglie e tombini bisogna tenere conto del volume d’acqua che potenzialmente dovranno smaltire.
Schemi di posa del cubetto di porfido
La posa delle varie tipologie di porfido avviene con metodi simili.
Per quanto riguarda, invece, gli schemi di posa per realizzare pavimenti esterni, questo dipende molto dal formato che scegliamo.
Ad esempio, se scegliamo il cubetto possiamo scegliere tra vari schemi:
► cubetto sfalsato, a file diritte e parallele
► porfido a coda di pavone
► cubetto a raggiera
Quest'ultima è quella più utilizzata, che vedrai più comunemente in giro.
Mentre ultimamente stiamo utilizzando sempre di più la posa a file parallele perché è più moderna.
Troverai tutte le informazioni sugli schemi di posa del cubetto di porfido in questo articolo dedicato:
SCHEMI DI POSA DEL CUBETTO DI PORFIDO
Giunti nel porfido
Le variazioni del tasso di umidità, le dilatazioni termiche, gli assestamenti ed i ritiri dei sottofondi comportano uno stress per la pavimentazione in porfido. Per questo motivo devono essere previsti dei giunti nel sottofondo che poi devono essere riportati in superficie, sia nell'allettamento che nel disegno della pavimentazione.
Non esistono giunti specifici progettati e studiati per le pavimentazioni in porfido che sono caratterizzate da una geometria non regolare delle fughe. Se per i giunti perimetrali è sufficiente alloggiare un distanziatore laterale in polietilene espanso a celle chiuse, che poi verrà coperto dal battiscopa, rimane il problema dei giunti di frazionamento che occorre mettere in opera ogni, circa 25/30 metri quadrati.
Noi consigliamo l'esecuzione di un giunto di frazionamento realizzato affondando delle fasce di materiale elastico (vanno bene anche i materassini perimetrali utilizzati per il riscaldamento a pavimento) nell'allettamento in modo da poter seguire l'andamento irregolare delle fughe tra i cubetti o tra le lastre di opera incerta. A pavimento terminato si procederà alla stuccatura dell'intero pavimento e successivamente, al taglio della parte eccedente del materassino che verrà, quindi, sigillata con un prodotto per giunti di dilatazione.

Un'altro espediente, che ci capita spesso di utilizzare, è quello di far corrispondere il giunto di frazionamento ad una decorazione, ad esempio ad una fascia di ciottoli.
In questo caso l'estetica viene in aiuto alle necessità tecniche e funzionali del pavimento, separando le superfici e quindi le tensioni che si creano.