Pavimenti uffici in grès ad Arzignano (Vicenza)
Gli uffici: da spazi a luoghi
È in atto una transizione importante nel mondo del lavoro: a causa del covid il remote working si è diffuso con eccezionale rapidità e tutte le aziende hanno potuto sperimentarlo. Abbiamo capito quali sono i lati positivi e quali quelli problematici del lavoro a distanza. Se in una fase iniziale molti hanno apprezzato questa modalità lavorativa, alcune aziende sono andate in difficoltà ed anche alcuni lavoratori, specie i più giovani, hanno manifestato un desiderio di tornare in ufficio.
Ma quali sono i motivi per cui tornare a lavorare in ufficio piace ai dipendenti? Sicuramente un desiderio di comunità, di socialità ma anche di condivisione, di crescita comune. In qualche caso un bisogno di appartenenza e di motivazione.
Perchè tornare in ufficio se si può lavorare da casa?
In questo intervento siamo stati coinvolti a collaborare con un team di professionisti coordinati dall'architetto Stefano Danzo dello studio D&D di Cornedo, con la finalità di ampliare (raddoppiare) gli uffici di un'azienda in rapida crescita. L'intervento era piuttosto invasivo per cui i dipendenti sono stati invitati a lavorare in remote working durante alcune fasi più delicate della ristrutturazione.
Con il giovane titolare dell'azienda aveva ben chiaro quale fosse l'obiettivo finale della ristrutturazione: trasformare gli uffici da un spazio fisico "triste" dove andare a scontare le classiche 8 ore di lavoro, ad un luogo in cui i dipendenti scelgano di andare volentieri, attirati da motivazioni differenti. In sostanza il desiderio era quello di creare un luogo di relazione, uno spazio che sia anche dimensione sociale nel quale il benessere dei dipendenti sia davvero messo al centro. "Per questo motivo il tetto dell'edificio diventerà uno spazio dedicato alla socialità, al divertimento, al gaming, al benessere fisico, con attrezzi, spogliatoi e docce".
Ma questo ancora non basta: lo spazio di lavoro "deve anche essere bello"...
Gli uffici devono essere belli e armonici
Sembra banale, sembra poco importante eppure non lo è affatto. I luoghi di lavoro devono essere belli, devono soddisfare i desideri di armonia e di bellezza delle persone, rispondendo a istanze profonde di natura estetica o psicologica. Progettare la bellezza non è facile, ma l'architetto Stefano Danzo con lo studio D&D Service - che ha curato gli arredi ed ogni aspetto estetico - ci è riuscito, trasformando mura e superfici in ambienti dove i collaboratori si sentano bene.
Una struttura in legno, perfettamente isolata, consentirà di lavorare con un minimo impiego di riscaldamento e condizionamento, quindi con un microclima perfetto, un confort assoluto e, non secondario, un risparmio nei costi di climatizzazione.
I percorsi, gli spazi di lavoro e gli arredi permetteranno una vivibilità che soddisferà i bisogni emotivi dei singoli e che, le moderne teorie lo dimostrano, consentiranno di ottenere prestazioni lavorative di alto livello e migliori risultati economici.
Prendersi cura dei propri dipendenti, anche con spazi lavorativi ben congegnati, rappresenta la nuova sfida per acquisire e trattenere i talenti.
Uffici moderni: il benessere dei lavoratori
Il modello lavorativo per cui entri in ufficio alle 8,30 del mattino ed esci alla sera ha fatto il suo tempo. Oggi si sta affermando una nuova cultura, fondata su una diversa attenzione dell'azienda verso i propri dipendenti. Una cultura basata sulla fiducia, in cui al lavoratore viene data maggiore liberà nel gestire il proprio tempo e la possibilità di definire il proprio impegno sull abase non delle prestazioni ma del raggiungimento degli obiettivi.
Se l'ufficio del passato era uno spazio segnato da costrizioni, tensioni, stress, rischi per la salute dovuti a vita sedentaria e cattive abitudini alimentari, l'ufficio di questa azienda è stato pensato completamenteo all'opposto di tutto ciò. Gli uffici dovranno essere dei luoghi dove sentirsi felici, progettati per assicurare (anche) la forma fisica dei dipendneti, il loro relax, insomma la loro salute. Dei collaboratori in stato di benessere psico-fisico fanno il bene anche dell'azienda.
Uffici come luoghi di relazione
Le tecnologie consentono di collegarsi in modo efficiente, i software crm consentono di gestire le relazioni con clienti in modo puntuale ed i sistemi di posta elettronica sono ormai comunemente utilizzati anche per comunicare tra dipendenti. Ma le relazioni umane fanno parte di noi, sono importanti per creare collaborazione spontanea, connessioni tra settori differenti. Queste relazione vanno fatte emergere e ne va riconosciuto il valore e non bisogna mai dimenticare che nelle comunità spontanee le persone stanno bene.
Si trattava quindi di trasformare quello che era un "normale" spazio di lavoro in un luogo accogliente con l'ottica di creare incontri, intersezioni, momenti di scambio. Il sogno del giovane titolare era di creare un luogo attrattivo, al punto che il dipendente scelga di recarsi al lavoro, preferendo lavorare nel proprio ufficio piuttosto che rimanere a casa in remote working.
Sopra ai pavimenti vengono posate le pareti in cartongesso
I cunei sono stati rimossi, il pavimento è stato stuccato e al di sopra vengono posate le pareti in cartongesso che delimiteranno i futuri uffici.
La posa successiva del cartongesso sul pavimento comporterà l'esigenza di un importante trattamento di pulizia finale per rimuovere i residui delle rasature, dello stucco e delle tinteggiature che sporcherà soprattutto le fughe.
Scala a chiocciola rivestita con gradini in grès
Il parquet nell'ufficio direzionale
La posa del parquet scelta da committente e architetto è quella "a binario", uno schema di posa nuovo e dinamico
Il pavimento ultimato: si tratta di un rovere termotrattato di piccole dimensioni con una lavorazione superficiale e nelle venature e nei nodi particolarmente raffinata
Errore su porta ingresso ufficio direzionale
In un cantiere, per quanto si possa fare attenzione, gli errori succedono. In questo caso il giunto tra i due pavimenti cadeva in posizione errata. Ce ne si è accorti solo al termine dei lavori, con il montaggio delle porte...
Errore nella partenza dei due pavimenti: la porta non cade esattamente al di sopra della separazione tra i due pavimenti, ma a porta chiusa si vede il legno che "esce" nel corridoio in grès.
La porta è installata a "filo interno", cioè è posta in corrispondenza del lato del muro interno dell'ufficio dove è stato posato il legno. Mentre la suddivisione tra i due pavimenti cade a metà della parete. Si tratta di un errore.
Per rimediare si taglia il pavimento in legno in corrispondenza della porta e si tolgono le due piastrelle in grès sostituendole in modo da far cadere il taglio in corrispondenza della porta.
Ed ecco, finalmente, il lavoro sistemato: il parquet in legno arretrato e le piastrelle in grès "allungate" in modo da far cadere il giunto tra i due pavimenti in esatta corrispondenza della porta.
I pavimenti ora cadono in perfetta corrispondenza della porta che si può reinstallare. L'errore è risolto
In cantiere serve collaborazione e tolleranza, anche verso gli errori
Al momento dell'installazione delle porte il direttore lavori ci chiama per comunicarci un errore: una piccola porzione del pavimento in legno "esce" dall'ufficio direzionale e si vede - a porta chiusa - in corridoio. Il problema nasce dalla sequenza anomala dei lavori che ci ha visto procedere con la pavimentazione dei locali prima della posa delle pareti in cartongesso. Le pareti, montate successivamente, vengono costruite tenendo il giunto tra i due pavimenti esattamente a metà mentre si era deciso di installare la porta a filo interno. Il risultato è, appunto, che la congiunzione tra i due pavimenti cade non in corrispondenza della porta ma al di fuori della stessa.
Il committente partecipa alla riunione in cantiere e chiede se è possibile risolvere il problema: "solo chi lavora sbaglia" dice. Il clima è collaborativo: al falegname viene chiesto di smontare la porta, il nostro posatore di parquet ritaglierà il pavimento in legno ed i posatori delle piastrelle torneranno per demolire due piastrelle e posarne altre due, più grandi, da tagliare in modo che il giunto cada in corrispondenza esatta della porta.
Siamo esseri umani e possiamo sbagliare.
Ed in cantiere gli errori e gli imprevisti sono normali, talvolta, come in questo caso, si possono risolvere facilmente, altre volte purtroppo no. Serve bravura da parte degli operatori in cantiere e serve anche collaborazione e tolleranza da parte del committente per prevedere eventuali errori o per porre rimedio agli imprevisti.
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