Il pavimento alla veneziana di Villa "La Rotonda" a Vicenza
Villa Almerico Capra detta La Rotonda, ora di proprietà dei Conti Valmarana, è una villa veneta a pianta pianta centrale tonda. A caratterizzare questa meravigliosa villa è proprio il fatto che la forma del salone centrale sia un cerchio e che questo sia inscritto in un quadrato.
Cerchio e quadrato, forme perfette che finalmente il Palladio, dopo molti progetti mai realizzati, riuscì a far convivere in una abitazione.
La villa di città - non di campagna come la maggior parte delle ville venete - venne commissionata all'architetto vicentino da colto un uomo di chiesa, Paolo Almerico, che al ritorno da Roma la fece costruire su una "amenissima collina".
L'edificazione ebbe inizio dal 1566 e fu successivamente completata dai due fratelli Capra che acquisirono l'edificio nel 1591.
È certamente l'edificio più celebre del Palladio, la sua icona ed uno dei più imitati della storia dell'architettura. Dal 1994 è patrimonio dell'Unesco, è una tappa immancabile per gli architetti di tutto il mondo ma anche di decine di migliaia di turisti che vengono a visitarla ogni anno.
Dettagli
Villa Capra “La Rotonda”: capolavoro assoluto dell’architettura palladiana
Poche opere hanno influenzato la storia dell’architettura occidentale quanto Villa Capra, universalmente conosciuta come La Rotonda.
Posta appena fuori Vicenza, sulla sommità di un leggero colle, rappresenta l’essenza stessa del pensiero palladiano: armonia, proporzione, misura, dialogo con il paesaggio.
Per comprenderla appieno, è necessario partire dal suo autore: Andrea Palladio, probabilmente l’architetto più influente della storia moderna.
Andrea Palladio: una breve biografia
Andrea di Pietro della Gondola, detto Palladio (1508–1580), nasce a Padova ma si forma e lavora quasi interamente nel territorio vicentino. Figlio di un mugnaio, inizia come scalpellino, ma la sua carriera prende una piega decisiva quando viene notato dal letterato Gian Giorgio Trissino, che ne intuisce il talento e lo introduce nella cultura umanistica del tempo.
Trissino non gli offre solo un’educazione classica: gli dà un nome nuovo – Palladio, ispirato alla saggezza di Pallade Atena – e gli insegna la grammatica dell’architettura antica. Palladio studia Ossicini romani, Vitruvio, i teatri, i templi. E da quella solida base costruirà un linguaggio destinato a diffondersi in tutta Europa e, secoli dopo, persino in America.
Le tappe fondamentali della sua produzione
- Ville venete
Le sue ville sono un unicum nella storia dell’architettura: edifici agricoli e residenziali insieme, “macchine perfette” per gestione fondiaria e rappresentanza nobiliare. Tra le più celebri:- Villa Emo
- Villa Barbaro a Maser
- Villa Foscari “La Malcontenta”
- Villa Badoer
- Villa Godi
- Palazzi urbani a Vicenza
Palladio trasforma Vicenza in una città moderna, costruendo e restaurando decine di palazzi:- Palazzo Chiericati
- Palazzo Thiene (in parte)
- Palazzo Iseppo da Porto
- Palazzo Valmarana
- Edifici pubblici e religiosi
- La Basilica Palladiana
- Il Teatro Olimpico (completato dal Scamozzi)
- Le chiese veneziane: Il Redentore, San Giorgio Maggiore
- I “Quattro Libri dell’Architettura” (1570)
L’opera teorica che diffonde il suo linguaggio in tutto il mondo.
Senza i Quattro Libri, il palladianesimo non sarebbe diventato fenomeno globale.
Villa Capra “La Rotonda”: un capolavoro assoluto
Costruita dal 1566 per il canonico Paolo Almerico, la villa è uno degli edifici più riconoscibili dell’intera storia dell’architettura.
Non è una villa agricola come le altre: non ha barchesse operative, né corti di lavoro.
È una villa di rappresentanza, pensata come ritiro intellettuale immerso nella natura.
La Rotonda è un tempio laico, una celebrazione dell’armonia tra uomo, paesaggio e geometria.
La posizione: il dialogo con il paesaggio
Palladio colloca la villa su un piccolo colle, in posizione dominante ma non isolata.
Da ogni lato si apre una vista diversa:
- verso Vicenza,
- verso i Colli Berici,
- verso la campagna coltivata.
Il paesaggio non è sfondo: è parte dell’architettura, e l’architettura parte del paesaggio.
La pianta centrale: la rivoluzione della simmetria
La Rotonda è basata su una pianta centrale quadrata, con:
- quattro portici identici (ognuno con timpano e colonne ioniche),
- una sala centrale a pianta circolare,
- una cupola emisferica ispirata al Pantheon.
Questa disposizione è assolutamente innovativa:
per la prima volta, una villa assume la forma perfetta del tempio classico.
La simmetria è totale, matematica, quasi musicale.
Qualunque lato si osservi, l’edificio appare identico: un continuo rimando alle proporzioni ideali del rinascimento.
La sala centrale: il cuore simbolico della villa
Il cuore della Rotonda è il grande salone circolare coperto da cupola.
È uno spazio solenne, pensato per accogliere ospiti, ricevere, meditare.
La cupola – soluzione estremamente ardita per una residenza privata del Cinquecento – eleva simbolicamente la vita domestica al rango della vita pubblica:
- il privato diventa universale,
- la casa diventa un luogo di rappresentazione dell’ordine cosmico.
Le logge: quattro teatri, quattro direzioni
Ogni facciata presenta una loggia monumentale con:
- un portico a colonne ioniche in stile vitruviano;
- un frontone triangolare classico;
- una scalinata scenografica.
Le logge sono quattro “palcoscenici” aperti verso il paesaggio, che inquadrano panorami differenti.
È come se l’osservatore fosse invitato a contemplare il mondo da quattro prospettive simboliche.
Il progetto originario e le modifiche di Scamozzi
Dopo la morte di Palladio, la villa viene completata da Vincenzo Scamozzi, che interviene soprattutto sulla cupola, rendendola più alta e più visibile.
La versione finale, quindi, è il risultato di una collaborazione involontaria tra i due maggiori architetti veneti del ‘500.
Perché la Rotonda è così importante?
Perché rappresenta:
1. La sintesi perfetta della teoria palladiana
Proporzione, centralità, simmetria, classicismo.
2. L’architettura come esperienza estetica totale
Edificio e paesaggio sono pensati come un unico organismo.
3. L’origine del “palladianesimo” nel mondo
La Rotonda ispira:
- le ville inglesi del Settecento,
- Thomas Jefferson per la sua Monticello,
- centinaia di edifici neoclassici in Europa e America.
4. La celebrazione dell’Umanesimo
La villa non è una fortezza né un luogo di lavoro: è uno spazio dedicato alla cultura, alla conversazione, alla contemplazione.
La pavimentazione in pastellone veneziano del piano nobile
Fatta eccezione per due salette pavimentate con delle mattonelle esagonali (il cui esame risulta impossibile in quanto le stanze non sono sono visitabili) tutto il piano nobile della villa è stato realizzato in pastellone veneziano ("pastelon") e cioè un impasto di calce, cocciopesto e frammenti di marmo ed altri inerti, steso, battuto e lucidato.
Sono evidenti le tracce di quelli che un tempo erano i decori, bindelli, fascioni che contornavano le stanze. Sinuosi agli angoli si presentano con interessanti contrasti di colore.
L'arancione del fondo è separato da un bindello di colore verde ed il tutto è contornato da un rosso cardinale. Purtroppo la decorazione è ormai quasi invisibile, consumata dal calpestio di centinaia di anni.
Quello che è rimasto e che è visibile, sotto alla decorazione superficiale consumata, è il "corpo" del pastellone veneziano. Che si presenta, dopo 5 secoli, ancora molto compatto, con qualche crepa nei punti più critici ma - notare - senza nemmeno un giunto (potere della calce!).
Come sa chi ha letto il nostro articolo sulla storia del pavimento alla veneziana , è dalla fine del XV secolo e poi nel XVI secolo - quando è stata realizzata la Rotonda - che si inizia a decorare il pastelon con dei frammenti, delle scaglie di marmi.
Ed infatti nel corpo del pastelon si vedono, sparsi nella superficie dal fondo rosaceo. Qualche decennio dopo la tecnica si sarà affinata e nasceranno le prime Veneziane.
Ma questa è un'altra storia...
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Commenti
Grazie Alessandro per il tuo contributo.
Ho modificato il testo nell'articolo come da te giustamente suggerito.
Egregio Michele Pellizzari, ho letto con piacere quanto da Lei descritto sopra, ma vi sarebbe da precisare un suo passo in considerazione del fatto che la villa è stata costruita tra il 1550 ed il 1551, e così risale al XVI secolo. Per questo andrebbe modificato nel suo testo dove si legge: "...è alla fine del XV secolo - esattamente quando è stata realizzata la Rotonda - che si inizia a decorare il pastelon...". Cordiali saluti.
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