Forme sempre più avveniristiche, linee armoni­che ed estremamente eleganti, colori che si into­nano perfettamente all’ambiente circostante. Stiamo parlando dei rubinetti-miscelatori per il bagno che da indi­spensabili accessori della vita familiare sono divenuti un vero e proprio elemento di arredo da scegliere con estrema cura sia dal punto di vista puramente estetico, sia sotto il profilo della qualità e affidabilità del prodotto.

Il miscelatore in bagno

Se per esaminare gli aspetti formali ed estetici dei miscelatori Vi aspettiamo nei nostri show room a Vicenza (Arzignano e Gambellara) e a Sommacampagna, per quanto concerne invece quello che ‘sta dentro' ai moderni rubinetti abbiamo ritenuto di fare, qui, una panoramica completa sul mondo dei miscelatori per il bagno.
Se sei curioso di capire come funzionano i moderni rubinetti-miscelatori da bagno, qui troverai tutte le informazioni. 

 

Miscelatore in bagno


 

I contenuti dell'articolo

Analizzeremo le tipologie, le tecnologie, le innovazioni che il rubinetto da bagno ha vissuto: dai rubinetti a manopola fino al miscelatore idroprogressivo. E ti darò alcuni suggerimenti utili sia per acquistare il giusto rubinetto per il tuo bagno, sia per mantenerlo bello a lungo.
Buona lettura! 

Ecco gli argomenti trattati:

 

Tipologie di miscelatori

I rubinetti per uso domestico utilizzati in ambiente bagno per l’eroga­zione di acqua calda e fredda, sono fondamentalmente di cinque tipi:

► 1. rubinetti tradizionali con valvola a vite, nei quali i comandi per l’eroga­zione dell’acqua calda e fredda sono indipendenti fra di loro;

► 2. rubinetti con valvola miscelatrice - detti comunemente miscelatori monocomando - nei quali la regola­zione della portata erogata e della temperatura viene effettuata agendo su un unico comando a leva;

► 3. miscelatori termostatici, nei quali è possibile 'prefissare' il valore della temperatura dell'acqua erogata, mantenendola costante per tutto il periodo di utilizzazione;

► 4. miscelatori automatici: l'acqua si attiva grazie ad una fotocellula. Sono i classici rubinetti che troviamo nei locali pubblici. 

► 5. miscelatori idroprogressivi, nei quali un unico comando viene ruotato consentendo di passare dalla chiusura, all'erogazione di una minima portata di acqua fredda, quindi all'aumento della portata sempre di acqua fredda e, continuando a ruotare, si passa all'acqua miscelata e, a fine corsa, calda.

 

Dai rubinetti tradizionali al miscelatore

Il primo miscelatore

La possibilità di miscelare l’acqua calda e fredda, in modo da ottenere con un solo semplice movimento la temperatura più adatta alle esigenze del singolo utilizzatore, è indubbia­mente uno degli aspetti più interes­santi dei cosiddetti miscelatori, ovve­ro rubinetti dotati di valvola miscelatrice.
Dobbiamo l'invenzione del rubinetto-miscelatore al geniale architetto e designer danese Arne Jacobsen che progetta per Vola il primo miscelatore nel 1968.
 

Jacobsen inventa il miscelatore


 

I rubinetti tradizionali erano scomodi e spreconi

I miscelatori, nel tempo, hanno sostituito i rubinetti tradizionali con valvola a vite, nei quali l’erogazione dell’acqua calda e fredda veniva ottenuta in maniera separata, per cui la temperatura fina­le della miscela dipende dall'apertura combinata delle due valvole.
E’ evi­dente che in tal modo la regolazione avveniva in modo piuttosto grossolano per tentativi successivi, fino al rag­giungimento della portata e della tem­peratura desiderata.

Certamente gli attuali rubinetti a doppio comando sono molto più precisi e consentono  maggiore facilità di impiego e affidabilità, ma generano comunque uno spreco di acqua (e tempo) per la regolazione, cosa evitabile con un normale miscelatore. 

 

 

La cartuccia del miscelatore

L’elemento fondamentale di un miscelatore monocomando è la car­tuccia, corpo in materiale plastico nel quale è contenuto il ‘cuore’ vero e pro­prio del rubinetto, la valvola miscelatrice a dischi ceramici. La cartuccia è a sua volta alloggiata nell'involucro del miscelatore, nel quale sono ricavati i condotti di adduzione dell’acqua calda e fredda e il condot­to di uscita dell’acqua miscelata.

 

Funzionamento cartuccia a dischi ceramici

 

Dettagli

Come funziona la cartuccia di un miscelatore?

La cartuccia di un miscelatore è il componente meccanico che regola flusso e temperatura dell’acqua all’interno del rubinetto.
È il cuore del sistema di miscelazione e la sua progettazione combina principi di idraulica, meccanica di precisione e scienza dei materiali.
Capire come funziona permette di intervenire correttamente in caso di manutenzione, sostituzione o scelta del miscelatore più adatto alle esigenze d’impianto.

 

Funzione e principio di base

In un miscelatore, la cartuccia sostituisce i tradizionali due comandi separati di acqua calda e fredda.
Agendo su un’unica leva, l’utente può regolare portata e temperatura, grazie a un sistema interno che dosa i flussi provenienti dalle due linee.

Il principio fisico è semplice:

  • due flussi d’acqua (calda e fredda) entrano in due condotti separati;
  • la cartuccia miscela le due portate attraverso fori calibrati e dischi ceramici;
  • l’acqua miscelata viene poi convogliata verso l’aeratore o il corpo d’erogazione.

La posizione della leva definisce le condizioni operative:

  • movimento verticale → varia la portata (quantità d’acqua erogata);
  • movimento orizzontale → varia la temperatura (rapporto tra calda e fredda).

 

Struttura della cartuccia: componenti principali

Una cartuccia standard per miscelatore monocomando è composta da cinque elementi fondamentali:

  1. Corpo esterno in tecnopolimero o ottone – contiene e protegge le parti interne, resistendo alla pressione e alla temperatura dell’acqua (fino a 90 °C).
  2. Dischi ceramici piani – due piastre in ceramica ad alta durezza (ossido di alluminio o zirconia) con tolleranze micrometriche.
    • Il disco fisso è solidale al corpo della cartuccia e presenta i due fori d’ingresso (calda/fredda).
    • Il disco mobile ruota sopra di esso regolando i passaggi.
  3. Sistema di guarnizioni O-ring – assicura la tenuta idraulica e isola le camere interne da eventuali perdite.
  4. Perno o albero di comando – collegato alla leva del miscelatore, trasmette il movimento meccanico al disco mobile.
  5. Limitatori di corsa o di temperatura – piccoli fermi meccanici che impediscono aperture eccessive o temperature troppo alte.

Le piastre ceramiche sono la parte più critica: devono garantire perfetta planarità e aderenza molecolare, in modo da sigillare i fori d’ingresso e permettere la modulazione fluida del flusso.

 

Il principio di miscelazione interna

Il funzionamento idraulico si basa sul controllo dei fori di passaggio praticati nei dischi ceramici.
Quando la leva è in posizione centrale, i fori dei due dischi sono parzialmente sovrapposti e consentono il passaggio simultaneo dei due flussi, generando acqua miscelata a temperatura intermedia.

Muovendo la leva lateralmente:

  • verso sinistra, aumenta l’apporto d’acqua calda;
  • verso destra, prevale quella fredda.

Muovendola verso l’alto, invece, aumenta l’apertura complessiva e quindi la portata volumetrica (Q) dell’acqua.

Il controllo della temperatura avviene in tempo reale, senza tempi di risposta percepibili, grazie al contatto diretto tra i dischi ceramici e alla precisione del loro accoppiamento.

 

Materiali e resistenze

Le piastre ceramiche vengono sinterizzate a temperature superiori ai 1.200 °C e raggiungono una durezza di oltre 1.200 HV (scala Vickers).
Sono inattaccabili da calcare, corrosione e usura abrasiva, garantendo una durata media di oltre 500.000 cicli di apertura/chiusura.

Il corpo della cartuccia può essere in:

  • tecnopolimero rinforzato (POM o PPS) per ridurre peso e attrito;
  • ottone nichelato per applicazioni di alta pressione o miscelatori professionali.

Le guarnizioni sono realizzate in EPDM o silicone ad alta resistenza, compatibili con acqua potabile e temperature fino a 100 °C.

 

Tipologie di cartucce

Esistono diverse varianti di cartuccia, progettate in base alle esigenze funzionali:

  • Cartuccia standard monocomando – per rubinetti domestici tradizionali;
  • Cartuccia a diametro ridotto (25 mm o 28 mm) – per miscelatori di design o lavabi compatti;
  • Cartuccia termostatica – integra un elemento sensibile (spesso cera o bimetallo) che regola automaticamente la temperatura di uscita;
  • Cartuccia progressiva – consente l’apertura iniziale solo di acqua fredda, evitando sprechi di energia;
  • Cartuccia con limitatore di portata dinamico – integra una resistenza elastica che riduce il flusso fino a una certa soglia, utile per risparmio idrico.

 

Difetti e manutenzione

Con il tempo, le cartucce possono manifestare alcuni problemi:

  • gocciolamento (usura dei dischi o delle guarnizioni);
  • movimento duro (accumulo di calcare);
  • rumore o vibrazioni (pressione d’impianto troppo alta);
  • miscelazione instabile (usura del disco mobile).

La sostituzione è semplice, ma deve essere effettuata con un ricambio originale e dopo aver chiuso la mandata d’acqua.
È sconsigliato lubrificare o smontare la cartuccia: i materiali ceramici e i perni sono calibrati di fabbrica.

Per prolungarne la vita utile si consiglia di:

  • installare filtri anticalcare a monte dell’impianto;
  • mantenere la pressione sotto i 5 bar;
  • effettuare controlli periodici, soprattutto in aree con acqua dura (come Vicenza e Verona).

 


Vantaggi del miscelatore in bagno

I vantaggi del miscelatore sono sotto gli occhi di tutti:  con un unico comando (la leva) viene regolata
►  sia la portata dell’acqua
►  che la temperatura,
il tutto eseguendo un movimento combinato di rotazione verso destra o sinistra (per regolare la temperatura) e di traslazione verso l'alto o verso il basso (per regolare la portata).  Come funziona un miscelatore ?

Il funzionamento della valvola miscelatrice si basa principalmente su una coppia di dischi di ossido di allumina sinterizzato di altissima durezza, che, a seguito del loro movimento impres­so mediante la leva di regolazione, determinano la portata e la tempera­tura del flusso d’acqua.
Uno dei due dischi, quello inferiore, è fisso ed è dotato di tre fori, uno per l'entrata dell'acqua fredda, uno per l’entrata di acqua calda e un ter­zo per l’uscita dell’acqua miscelata.
Il disco superiore mobile trasla e ruota su quello inferiore, e la combinazione dei due movimenti consente di otte­nere la portata desiderata alla tempe­ratura preferita.

La progettazione e realizzazione di una cartuccia di miscelazione com­portano la soluzione di varie proble­matiche connesse in particolar modo:

►  alle caratteristiche di affidabilità del prodotto finito ed alla sua capacità di sopportare gli stress e le performance richieste dalle svariate normative euro­pee e americane.

►  alla precisione e fluidità di movi­mento legati alla finitura superfi­ciale dei dischi ceramici, che deve essere la più accurata possibile

► alla tenuta esterna ed interna assi­curata da guarnizioni in gomma siliconica ad alta memoria elastica

►  alla riduzione della rumorosità

Il miscelatore termostatico

Il miscelatore termostatico è una evoluzione del miscelatore che garantisce un ulteriore comfort all'utente. Si tratta di un appa­recchio idraulico che permette di miscelare acqua calda e fredda, sce­gliendo preventivamente la tempera­tura che si desidera e di mantenerla costante compensando automaticamente le variazioni di temperatura e di pressione delle acque calda e fredda di alimentazione.

 

Funzionamento termostatico

 

Rispetto al miscelatore monocomando, offre il vantaggio di poter stabilire la tempe­ratura dell’acqua prima dell'Inizio dell’erogazione, consentendo di otte­nere un minor consumo di acqua cal­da e di conseguenza un risparmio energetico.

Dettagli

Come funziona un miscelatore termostatico

Come abbiamo appena visto il miscelatore termostatico è un dispositivo meccanico di regolazione automatica della temperatura dell’acqua miscelata. Viene impiegato negli impianti sanitari per garantire una serie di vantaggi tra cui comfort, sicurezza e risparmio energetico, mantenendo costante la temperatura d’uscita indipendentemente dalle variazioni di pressione o temperatura nelle linee di alimentazione di acqua calda e fredda.

Dal punto di vista tecnico, è un regolatore proporzionale meccanico a retroazione, che sfrutta la dilatazione di un elemento termostatico per modificare l’apertura dei passaggi idraulici e mantenere in equilibrio il bilancio termico del flusso.

 

Struttura e componenti principali

Un miscelatore termostatico è costituito da un corpo in ottone o lega antidezincificazione, all’interno del quale si trovano:

  1. Ingressi separati di acqua calda e fredda;
  2. Elemento sensibile (cartuccia termostatica) — il cuore del dispositivo;
  3. Molla di contrasto per la regolazione meccanica del setpoint di temperatura;
  4. Otturatori modulanti che regolano il passaggio delle due portate;
  5. By-pass o valvola di sicurezza (nei modelli antiscottatura);
  6. Manopola di regolazione esterna con scala graduata di temperatura.

L’intero sistema è progettato per operare a pressioni comprese tra 0,5 e 5 bar e temperature d’ingresso fino a 85 °C, con precisione di regolazione in uscita generalmente ±1 °C.

 

Il cuore del sistema: la cartuccia termostatica

La cartuccia termostatica è l’elemento sensibile che percepisce la temperatura dell’acqua miscelata e ne corregge la composizione.
È composta da un cilindro metallico all’interno del quale si trova una capsula di cera o di materiale bimetallico che si espande in funzione della temperatura.

Quando la temperatura dell’acqua aumenta, la cera si dilata, spingendo un pistoncino mobile che chiude parzialmente il passaggio dell’acqua calda e apre quello dell’acqua fredda.
Al contrario, se la temperatura diminuisce, la cera si contrae e la molla di contrasto riporta il pistone nella posizione opposta, favorendo l’ingresso di acqua calda.

In questo modo, il sistema mantiene costante la temperatura in uscita, anche in presenza di variazioni repentine di pressione o temperatura nelle linee di alimentazione.

👉 Si tratta di un controllo meccanico a feedback negativo, in cui il sensore (l’elemento termostatico) corregge automaticamente lo scostamento dal valore impostato.

 

Principio di funzionamento

Il funzionamento del miscelatore termostatico può essere descritto come un bilancio termico dinamico tra i due flussi d’acqua.
Indichiamo con:

  • QcQ_cQc​ = portata di acqua calda,
  • QfQ_fQf​ = portata di acqua fredda,
  • TcT_cTc​ = temperatura acqua calda,
  • TfT_fTf​ = temperatura acqua fredda,
  • TmT_mTm​ = temperatura dell’acqua miscelata in uscita.

Il bilancio energetico è:

Tm=QcTc+QfTfQc+QfT_m = \frac{Q_c T_c + Q_f T_f}{Q_c + Q_f}Tm​=Qc​+Qf​Qc​Tc​+Qf​Tf​​

Il miscelatore termostatico agisce variando Q_c e Q_f in modo tale che TmT_mTm​ rimanga costante.
Ogni variazione di temperatura viene rilevata dall’elemento termostatico, che modifica meccanicamente la posizione dei due otturatori, ristabilendo il bilancio termico.

La rapidità di risposta dipende dalla massa termica del sensore e dal coefficiente di dilatazione della cera utilizzata: nei modelli di qualità, il tempo di risposta è inferiore ai 2 secondi.

 

Sicurezza antiscottatura

Un vantaggio fondamentale del miscelatore termostatico è la protezione contro le ustioni.
Se per qualunque motivo viene a mancare l’acqua fredda, l’elemento termostatico si espande immediatamente, chiudendo completamente il passaggio dell’acqua calda.
In questo modo, la temperatura in uscita non può mai superare il valore impostato (generalmente 38–40 °C nei modelli domestici).

Questa funzione, detta “fail-safe”, è obbligatoria nei miscelatori certificati secondo la norma EN 1111 (uso domestico) e EN 1287 (uso sanitario).

 

Vantaggi funzionali

Oltre alla sicurezza, il miscelatore termostatico offre numerosi vantaggi tecnici:

  • Comfort costante: temperatura stabile anche con variazioni di pressione d’impianto;
  • Efficienza energetica: evita sprechi di acqua calda durante la regolazione manuale;
  • Durata superiore: meno stress termici e idraulici sul corpo valvola;
  • Risparmio idrico: la temperatura corretta viene raggiunta quasi istantaneamente;
  • Compatibilità impiantistica: può essere installato sia su colonne doccia, che in impianti centralizzati, in versione incasso o sotto-lavabo.

 

Tipologie di miscelatori termostatici

A seconda dell’applicazione, si distinguono tre categorie principali:

  1. Miscelatori termostatici per doccia e vasca
    • regolazione tramite manopola doppia (temperatura e portata separata);
    • con blocco di sicurezza a 38 °C.
  2. Miscelatori termostatici da incasso o collettori centralizzati
    • installati all’origine dell’impianto, regolano la temperatura dell’acqua distribuita ai vari punti;
    • utilizzati in strutture sanitarie, hotel, palestre.
  3. Valvole termostatiche sanitarie singole (TMV)
    • versioni compatte per singolo punto d’erogazione (lavabo, bidet, ecc.);
    • spesso dotate di limitatore di portata integrato.

 

Taratura e manutenzione

Il miscelatore termostatico è generalmente tarato in fabbrica per garantire una temperatura d’uscita di 38 °C.
Tuttavia, nel tempo, può essere necessario ricalibrarlo a causa di:

  • variazioni di pressione nelle linee;
  • accumulo di calcare sull’elemento sensibile;
  • usura delle guarnizioni o dei filtri d’ingresso.

La manutenzione ordinaria consiste in:

  • pulizia dei filtri e delle valvole di non ritorno;
  • rimozione periodica del calcare (specialmente in zone con acqua dura come Vicenza e Verona);
  • eventuale sostituzione della cartuccia termostatica, facilmente estraibile.

Un miscelatore ben mantenuto conserva precisione e affidabilità per oltre 10 anni di servizio continuo.

 

Come funziona il miscelatore termostatico

Il cuore è l'elemento termosensibile

Il miscelatore termostatico è costituito da un involucro esterno che riceve le acque calda e fredda, da una specia­le valvola miscelatrice governata da un elemento termosensibile accop­piato ad una manopola graduata di selezione della temperatura, da un rubinetto di apertura/chiusura dell'erogazione e di un'uscita dell’acqua miscelata. 
L'elemento termosensibile, che rap­presenta il cuore di questo tipo di miscelatore, è realizzato con speciali materiali sensibili alle variazioni di temperatura e pressione delle acque di alimentazione; al variare delle sud­dette grandezze, l’elemento si dilata o si contrae, e con il suo movimento agisce sulla valvola miscelatrice in modo da mantenere la temperatura di uscita dell’acqua miscelata sul valore fissato mediante la manopola di preselezione.

 

La manutenzione del termostatico

Per quanto riguarda la manutenzione dei miscelatori: oggigiorno è semplificata al massimo. Come diremo più avanti vale soprattutto per il termostatico la cautela di evita­re che vi siano impurità presenti nelle acque di alimentazione del miscelatore. A tal fine è necessario eseguire lo spurgo preliminare del­l'impianto idraulico. Tutte le cartucce sono facilmente estraibili per poter provvedere alla pulizia (che si effet­tua con normali prodotti disincrostan­ti) o alla eventuale sostituzione, cosi come sono facilmente accessibili per la pulizia I filtri di sicurezza a prote­zione della cartuccia.

 

Pulsante di sicurezza

Particolare attenzione viene posta in  questi apparecchi dal punto di vista della sicurezza e del risparmio ener­getico: un pulsante posto sulla manopola di preselezione della temperatura impedisce il movimento acciden­tale della stessa o la selezione di temperature al di sopra del valore di sicurezza (38 °C); In caso di necessità di acqua a temperatura più elevata, è possibile sbloccare il pulsante con una semplice pres­sione del medesimo. Un dispositivo di sicurezza agisce sull’elemento termosensibile per interrompere l’erogazione dell’acqua calda in caso di man­canza di acqua fredda (e vicever­sa); in questo modo si evitano pericolose scottature o improvvise docce gelate ! Infine uno speciale dispositivo econo­mizzatore (inseribile a discrezione dell’utilizzatore) riduce la portata del 50% e consente un risparmio di acqua e di energia.

 

Miscelatori automatici

Un breve, cenno va fatto anche sui rubinetti azionati elettronicamente senza bisogno di alcun contatto manuale. 

Si tratta di apparecchiature utilizzate in ambienti dove si richiedono particolari norme igieni­che, come in ospedali, esercizi pub­blici, grandi negozi etc. Queste apparecchiature sono in gra­do di attivare automaticamente l’ero­gazione di acqua mediante dispositi­vi fotosensibili o a raggi infrarossi gestiti da centralina elettronica, sem­plicemente muovendo le mani nel campo di intervento del dispositivo stesso o avvicinandosi all'apparec­chio da utilizzare

Esempi di rubinetti automatici nel nostro negozio a Vicenza

I più comuni utilizzano un fascio di luce infrarossa che rileva il movimento delle mani quando sono all'interno del campo ottico. La luce rimbalza sulle mani e si riflette sul sensore che attiva l'erogazione dell'acqua. Non appena si allontanano le mani dal sensore la luce non viene più rimbalzata sul sensore e l'erogazione dell'acqua viene interrotta.

Vantaggi del miscelatore automatico

Tre sono i vantaggi che consente questo tipo di miscelatore:
► il primo è di tipo igienico,
► il secondo riguarda il risparmio idrico ed
► il terzo il risparmio energetico.  

L'igiene è chiaramente migliore, rispetto ad un normale miscelatore,  perchè non ci sono leve da toccare e muovere  sulle quali si depositano batteri che si trasmettono da un utente ad un altro. 

Ma anche il risparmio energetico è importante, grazie all'attivazione del flusso solamente quando questo è necessario con un risparmio nei consumi idrici.

Per quanto concerne il risparmio termico: l’apparecchio erogatore può essere un semplice rubinetto monoacqua (ad esempio nel caso di orinatoi) che eroga acqua fredda, oppure un miscelatore vero e proprio (per lavabi o docce) dotato di dispo­sitivo di limitazione della erogazione di acqua calda, che permette di pre­selezionare il valore della temperatu­ra desiderata, ottenendo anche un risparmio energetico. 

Queste appa­recchiature installate negli esercìzi pubblici consentono di ridurre note­volmente i consumi d’acqua, in quanto l’erogazione si interrompe automaticamente non appena terminata la necessità.

 

 

Dettagli

Come funziona un miscelatore automatico a fotocellula

Il miscelatore automatico a fotocellula, chiamato anche rubinetto elettronico o a sensore, è un dispositivo idrosanitario che consente l’erogazione automatica dell’acqua senza contatto manuale.
È una tecnologia che unisce elettronica, sensoristica ottica e idraulica di precisione, nata per garantire igiene, comfort e risparmio idrico in ambienti pubblici e privati.

Dal punto di vista ingegneristico, si tratta di un sistema meccatronico integrato in cui una fotocellula a infrarossi rileva la presenza dell’utilizzatore, attivando un microattuattore elettromagnetico (solenoide) che comanda l’apertura e la chiusura del flusso idrico.

 
Struttura generale del miscelatore automatico

Un miscelatore elettronico a fotocellula è composto da tre sottosistemi principali:

  1. Sistema sensoriale (fotocellula IR)
    – rileva la presenza di un oggetto (tipicamente le mani) nel campo ottico del sensore;
  2. Unità di controllo elettronica (microprocessore)
    – elabora il segnale del sensore e comanda la valvola di apertura/chiusura;
  3. Gruppo idraulico (valvola solenoide o miscelatrice)
    – regola il flusso dell’acqua miscelata in funzione del segnale ricevuto.

Il tutto è alimentato da batterie al litio o da trasformatore a bassa tensione (6–12 V DC) per garantire sicurezza elettrica e autonomia pluriennale.

 
Il principio ottico di rilevamento: la fotocellula a infrarossi

Il cuore del sistema è la fotocellula a infrarossi attiva, costituita da due elementi:

  • emettitore IR (LED infrarosso): genera un fascio luminoso non visibile all’occhio umano;
  • ricevitore IR (fotodiodo o fototransistor): rileva la radiazione riflessa da un oggetto posto di fronte.

Quando le mani si avvicinano al sensore, il fascio infrarosso viene riflesso verso il ricevitore.
Il microprocessore interpreta la variazione di segnale come “presenza” e invia un comando di attivazione alla valvola elettromagnetica.

Il sistema funziona quindi in modalità ON/OFF logica, senza parti meccaniche in movimento nella zona di comando, eliminando il contatto diretto tra utente e rubinetto.

 

La valvola solenoide: il cuore idraulico del sistema

La valvola solenoide è un dispositivo elettromeccanico che converte un segnale elettrico in movimento meccanico lineare.
È composta da:

  • corpo valvola in ottone o tecnopolimero,
  • nucleo ferromagnetico mobile (otturatore),
  • bobina avvolta su supporto isolato,
  • molla di richiamo.

Quando la fotocellula invia il segnale di attivazione, la corrente elettrica attraversa la bobina generando un campo magnetico che attrae il nucleo mobile.
Questo movimento apre il passaggio dell’acqua.
Alla fine del tempo impostato o quando le mani si allontanano, l’alimentazione viene interrotta e la molla riporta il nucleo in posizione di chiusura, interrompendo il flusso.

La velocità di reazione è dell’ordine di decimi di secondo, garantendo un’erogazione immediata e un risparmio idrico medio del 50–70% rispetto ai rubinetti manuali.

 

Regolazione della temperatura e miscelazione

Nei miscelatori automatici esistono due varianti principali:

  1. Monotemperatura – alimentati da acqua pre-miscelata (spesso con valvola termostatica centralizzata).
  2. Bitemperatura – dotati di manopola laterale o vite di regolazione per dosare la quantità di acqua calda e fredda.

La miscelazione avviene generalmente tramite una cartuccia meccanica integrata nel corpo del rubinetto, che regola i flussi in base alla posizione della manopola o alla taratura iniziale.
Nei modelli più evoluti, la temperatura è gestita elettronicamente con sensori termici e valvole proporzionali.

 

Logica di funzionamento e gestione elettronica

Il microprocessore centrale esegue un ciclo logico di controllo basato sui seguenti stati:

  1. Stand-by → fotocellula attiva in monitoraggio continuo;
  2. Rilevamento presenza → variazione di segnale ottico sopra la soglia impostata;
  3. Attivazione → invio impulso alla valvola solenoide;
  4. Erogazione temporizzata → apertura mantenuta per tutta la durata della presenza (o per un tempo massimo preimpostato);
  5. Disattivazione automatica → chiusura immediata al cessare del segnale o al raggiungimento del limite di tempo.

Il sistema include algoritmi di auto-taratura per adattarsi alle condizioni ambientali (luce, riflessioni, distanza) e funzioni antiallagamento, che chiudono il flusso in caso di malfunzionamento del sensore.

 

Vantaggi funzionali e prestazioni

Dal punto di vista tecnico e gestionale, i miscelatori automatici offrono vantaggi significativi:

  • Igiene totale: nessun contatto con le superfici → eliminazione della trasmissione batterica (aspetto essenziale in ambienti pubblici, sanitari e scolastici).
  • Risparmio idrico: erogazione solo quando necessario, con riduzione media dei consumi tra 50% e 70%.
  • Durata meccanica superiore: assenza di leve o manopole soggette a usura.
  • Comfort e sicurezza: temperatura costante e flusso regolato elettronicamente.
  • Gestione intelligente: alcuni modelli integrano sensori di temperatura e flusso con collegamento Bluetooth o Wi-Fi per manutenzione e monitoraggio remoto.

 

Alimentazione e autonomia energetica

I miscelatori elettronici a fotocellula possono essere alimentati in due modi:

  • a batteria (generalmente 6 V o 9 V al litio) – autonomia media 3–5 anni con 100 attivazioni/giorno;
  • a rete elettrica – tramite trasformatore esterno 230V/12V DC per installazioni continuative.

Molti modelli recenti integrano sistemi ibridi a doppia alimentazione o mini generatori idraulici che sfruttano l’energia del flusso d’acqua per ricaricare la batteria (tecnologia piezoelettrica o a turbina).

 

Applicazioni e campi d’impiego

I miscelatori automatici trovano impiego in numerosi ambiti:

  • Edifici pubblici: scuole, ospedali, aeroporti, centri commerciali;
  • Uffici e hotel: bagni comuni e zone di servizio;
  • Ambienti industriali o alimentari: dove è necessario evitare contaminazioni;
  • Residenze private evolute: per comfort, risparmio idrico e design contemporaneo.

Nei progetti di edilizia sostenibile (LEED, BREEAM), i miscelatori automatici contribuiscono al punteggio per la riduzione dei consumi d’acqua potabile e per la gestione intelligente delle risorse.

 

Manutenzione e affidabilità

Dal punto di vista tecnico, la manutenzione è minima ma essenziale per mantenere le prestazioni:

  • pulizia periodica dei filtri d’ingresso (ogni 6–12 mesi);
  • sostituzione della batteria secondo la frequenza d’uso;
  • verifica del sensore ottico e del corretto allineamento della finestra IR;
  • rimozione del calcare dalle parti idrauliche, specie in zone con acqua dura.

La vita utile media di una valvola solenoide è superiore a 500.000 cicli, mentre il sensore ottico mantiene precisione costante fino a 10 anni se correttamente installato.

 

Considerazioni progettuali

Dal punto di vista dell’ingegneria impiantistica, l’inserimento di miscelatori elettronici comporta alcune attenzioni:

  • protezione da sovratensioni e disturbi elettromagnetici (in caso di alimentazione da rete);
  • rispetto delle normative EN 817 (prestazioni idrauliche) e EN 15091 (rubinetteria elettronica sanitaria);
  • valutazione delle pressioni differenziali per evitare shock idraulici;
  • predisposizione di by-pass manuale per manutenzione in impianti collettivi.

Un corretto dimensionamento e una posa precisa garantiscono prestazioni ottimali e lunga durata del sistema.

 

 

Miscelatore idroprogressivo

Il miscelatore idroprogressivo abbina alla bocca di erogazione una manopola che, ruotando, consente di fare uscire innanzitutto acqua fredda. Continuando a ruotare si aumenta la portata dell'acqua fredda fino alla massima quantità erogabile. Continuando a ruotare l'acqua diventa tiepida e proseguendo con la rotazione fino a fine corsa l'acqua uscirà calda. 

 

Funzionamento miscelatore idroprogressivo

I miscelatori "normali" hanno, dunque, due movimenti: il primo per aprire, regolare e chiudere il flusso d'acqua ed il secondo per regolare la temperatura, normalmente a sinistra calda, a destra fredda e al centro tiepida. 

I miscelatori idroprogressivi, invece, hanno solamente un movimento che consente di erogare il flusso dell'acqua (fredda) e nello stesso tempo anche la temperatura (da fredda a calda). Portata d'acqua e temperature vengono pre-impostate.  Quindi con questi rubinetti non è possibile gestire in modo "personalizzato" quantità d'acqua e temperatura. Ma, in termini di design minimale, consentono di avere una sola manopola anzichè due.

 


Alcuni consigli su uso e manutenzione

Vediamo ora alcuni consigli sul corretto utilizzo dei miscelatori e sulle modalità per evitare problematiche e garantire la durabilità del manufatto. 

 

La cartuccia del rubinetto è difettosa?

Attenzione alla "sabbia nei tubi"

Sia in fase di costruzione che di ristrutturazione di una casa all'interno degli impianti (nelle tubazioni) possono penetrare sabbia, granelli di polvere, sassolini. E' assolutamente indispensabile, prima di montare il rubinetto, che l'impianto venga pulito. La mancata pulizia dell'impianto mette a repentaglio la durata dei miscelatori. La cartuccia a dischi ceramici, infatti, funziona a scorrimento con il disco superiore che scorre su quello inferiore ed un piccolo granello di sabbia va a strisciare il disco che inizierà a funzionare male fino a provocare la rottura della cartuccia.

 

"La cartuccia si è rotta subito"

Capita spessissimo, secondo la letteratura specifica di settore, che il cliente dica: "il miscelatore è difettoso, la cartuccia si è rotta dopo appena qualche giorno di funzionamento". In realtà non è un problema di cartuccia difettosa ma di presenza di residui e sporcizia all'interno dell'impianto che, se presenti in quantità rilevante, compromettono da subito il funzionamento del miscelatore. 

 

Consiglio per la prima accensione 

Se l'impianto non viene pulito si consiglia quantomeno di NON muovere la leva a destra ed a sinistra. Certamente questo trucco difficilmente può garantire il non danneggiamento della cartuccia ma in qualche caso funziona e consente il deflusso dell'acqua sporca senza compromettere i dischi ceramici. 

 

La temperatura dell'acqua eccessiva? 

Esistono soluzioni

Molti rubinetti di fascia alta, ad esempio quelli di CEA, danno la possibilità di regolare la massima apertura dalla parte dell'acqua calda, limitando la possibilità di scottarsi per chi inavvertitamente, pensiamo ai bambini, azioni la leva mettendola al massimo del calore. 
Una ghiera graduata consente di bloccare la leva ad una certa angolazione evitando che l'acqua sia troppo calda. Tra l'altro questa è una funzione molto apprezzata nel settore alberghiero, in cui consente di evitare sprechi di acqua bollente (e conseguenti costi termici) oppure in spogliatoi di palestre o piscine dove l'utilizzo incontrollato di acqua bollente può provocare costi e sprechi. 
 

 

Si può regolare il dosaggio del rapporto acqua/aria in uscita?

Risparmio nella portata

Certamente: è sufficiente inserire un opportuno aereatore. L'aereatore è un altra formidabile innovazione nel mondo dei miscelatori che ha consentito di miscelare l'acqua in uscita con una opportuna quantità di aria. In questo modo viene diminuita la portata dell'acqua.

Aereatore per miscelatori


La riduzione è importante perchè si passa dai 20 litri al minuto circa che eroga un rubinetto senza aereatore ai 5 litri al minuto dell'aereatore che viene comunemente montato nei rubinetti, fino ai 3.5 litri al minuto se vogliamo avere un ulteriore risparmio ed infine a 1.9 litri al minuto dell'aereatore più amico dell'ambiente. L'azienda leader in questo settore è la Neoperl, svizzera: qui puoi trovare la loro gamma di aereatori.

 

 

L'aereatore funziona male! Come posso pulirlo dal calcare? 

Il calcare, il nemico numero uno

L'aereatore, che molti chiamano filtro o filtrino, del rubinetto si può incrostare di calcare. Il calcare impedisce il corretto scorrimento dell'acqua e genera schizzi o riduce il flusso dell'acqua.

Per risolvere questo "intasamento" è necessario rimuovere l'aereatore. La rimozione può essere effettuata con l'apposita chiave presente nella confezione quando si acquista il rubinetto o, in qualche caso, con una monetina o con una brugola. Una volta rimosso l'aereatore va pulito semplicemente con un getto d'acqua per eliminare particelle di calcare. Se il calcare dovesse essersi depositato ed incrostato l'aereatore va lasciato per qualche ora in ammollo in una soluzione di acqua e aceto al 10%.  Evitate di utilizzare anticalcare agressivi come il Viacal o similari.

 

Pulizia dell

 

 

Serve un addolcitore!

L'aereatore continua ad incrostarsi, continui a doverlo sostituire, ed il calcare si deposita anche sulla superficie dei rubinetti... come posso fare ? 
Significa che l'acqua, nella tua località di residenza, è troppo "dura" e cioè che contiene troppo calcare. Si deve tenere presente che un'acqua troppo ricca di calcare con il tempo provoca danni all'impianto e a tutti gli elettrodomestici. Pertanto è necessario agire, a monte dell'impianto, installando un addolcitore che sia in grado di ripristinare il corretto dosaggio di calcare nell'impianto. 

 

Ma senza esagerare

Un acqua troppo ricca di calcare funziona come "abrasivo" quando ci laviamo, quindi ci pulisce bene. Un acqua completamente senza calcare non va bene perchè la mancanza di minerali nell'acqua la rende incapace di pulire. Quando ci si fa la doccia la sensazione è quella di un acqua che scivola sulla pelle quasi fosse oleosa. Insomma non bisogna esagerare nel "ripulire" dal calcare l'acqua nei tubi. 

Si considera corretta una durezza dell'acqua nell'impianto con un valore attorno a 14 gradi francesi.

 

 


 

Industria italiana dei rubinetti

Due distretti principali: Brescia e Novara

Per quanto riguarda la diffusione delle imprese produttrici di rubinetti e valvolame in Italia vi sono due rilevanti sistemi produttivi locali. Da una parte si può individuare un distretto bresciano avente come perno Lumezzane, dall'altra esiste un distretto del Piemonte Nord Orientale quello novarese-valsesiano che ha il suo fulgro nella zona del lago d'orta e nella vicina Valsesia. Questi due distretti coprono quasi il 60% delle esportazioni di rubinetteria del settore. Altre zone produttive sono la Provincia di Milano, che rappresenta circa il 10% dell'export, e poi Bergamo, Mantova ed alcune località dell'Emilia e della Toscana. 

 

Differenze tra i due distretti

Nel distretto bresciano la produzione è più orientata nel valvolame, quindi rubinetti tecnici per impiantistica, mentre nel Novarese c'è una netta prevalenza della rubinetteria sanitaria. La varietà dimensionale delle aziende è notevole per cui aziende molto piccole si trovano a lavorare fianco a fianco con veri e propri colossi. 

 

La forza dei distretti

I motivi della concentrazione nei due distretti stanno in una diffusa imprenditorialità - che ha consentito la nascita delle imprese per volontà di lavoratori dipendenti che si mettono in proprio - e la presenza di manodopera qualificata formatasi in zone che nel corso della storia hanno mantenuto costantemente tradizioni artigiane nella lavorazione dei metalli. Un fattore di sviluppo sta nella struttura produttiva territoriale caratterizzata da una forte integrazione verticale e da una complementarietà ra aziende terziste ed imprese centrali: il lavoro viene suddiviso tra una pluralità di soggetti economici che concorrono tra di loro, contribuendo a continue innovazioni di processo e mettendo in atto una fissa rete di flusso di informazioni. Questo ha consentito, però, una facile delocalizzazione e lo spostamento di alcune lavorazioni da terzisti nazionali a terzisti del sud est asiatico. 

Grazie!

Grazie per aver letto il mio articolo. Spero ti sia stato utile.


Leggi anche: Miscelatore e risparmio idrico


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