Funzioni dei solai

I solai, partizioni orizzontali, collaborano staticamente alla struttura dell’edificio, sopportando carichi permanenti (peso proprio) e accidentali (esercizio). Operano a flessione, richiedendo materiali come legno, acciaio o cemento armato, a differenza delle volte, che lavorano a compressione. Devono garantire isolamento termico (in coperture o sopra spazi aperti) e acustico, sia aereo che da calpestio.


Tipologie di solai

In Italia, i solai si dividono in tre categorie: calcestruzzo armato, acciaio e legno. Quelli in calcestruzzo armato includono solai a soletta piena, con o senza nervature, e misti. I solai in acciaio combinano travi con tamponamenti come voltine, lamiere grecate o tavelloni. Quelli in legno usano travi con tavole, doghe o pannelli isolanti. Questo articolo analizza i solai misti, rimandando le altre tipologie al prossimo numero.


Solai in calcestruzzo armato

Il DM 14/2/1992 classifica i solai in: getto pieno (cemento armato o precompresso), misti (con blocchi di alleggerimento in laterizio o altri materiali) e prefabbricati (con unioni o getti di completamento). I solai misti si suddividono in: gettati in opera con armatura e blocchi, a travetti prefabbricati (ordinari o precompressi) con blocchi collaboranti o non, e a lastra precompressa con nervature e blocchi.


Solai misti gettati in opera

Questi solai si realizzano su casseforme, posizionando blocchi forati in laterizio per creare una struttura a pieni e vuoti. Le cavità, con barre di armatura, sono riempite di calcestruzzo fino a coprire i laterizi con uno spessore di 4 cm. L’evoluzione ha ridotto spessori e tempi di costruzione. Con armature trasversali, il solaio funziona come una piastra, adatto a luci ampie e carichi elevati.


Solai a travetti prefabbricati

Nei solai misti, i travetti in cemento armato (ca) o precompresso (cap) si accoppiano a blocchi in laterizio (collaboranti o di alleggerimento). I travetti cap, precompressi in stabilimento, sopportano momenti flettenti maggiori rispetto al ca ordinario, grazie ad acciai ad alta resistenza (800-1000 N/mm²). La precompressione riduce l’usura da fatica e migliora le proprietà meccaniche degli acciai.


Produzione e caratteristiche dei travetti

I travetti cap si producono su piste, con 8-10 file di elementi. Una macchina getta, vibra e forma il calcestruzzo (CEM I 52,5) su armature in trecce d’acciaio (diametro 4-12 mm). La sezione, a T rovesciato, varia in base a portata e luce. La suola, rivestita di granulato, migliora l’aderenza dell’intonaco. I travetti ca, spesso tralicciati, includono barre per distribuire i carichi.


Posa in opera

La posa inizia posizionando i travetti a interasse modulare, seguita dai blocchi in laterizio sfalsati per resistere al taglio. Puntelli ortogonali (interasse 1,5 m per ca, 2 m per cap) sostengono l’impalcato, garantendo pedonabilità. I blocchi deteriorati vanno sostituiti e bagnati prima del getto. Il calcestruzzo (Rck ≥ 3000 N/cm²) deve essere vibrato per evitare vuoti e segregazioni.


Gestione del getto

Il getto inizia dalle zone armate (travi, cordoli), proseguendo verso il centro senza interruzioni. Il rapporto acqua/cemento va controllato, e le armature devono essere protette dalla cassaforma. In estate, il calcestruzzo va bagnato per evitare fessurazioni; in inverno, additivi fluidificanti riducono il rischio di gelate. I carichi concentrati sono vietati durante la maturazione.


Fasi finali di costruzione

I tavolati interni si realizzano solo dopo il disarmo, partendo dai piani superiori per evitare deformazioni. Durante la maturazione, il calcestruzzo va protetto da carichi concentrati, anche vicino agli appoggi. La temperatura influisce: in estate si evitano ritiri rapidi, in inverno gelate, usando additivi appropriati per migliorare le caratteristiche plastiche del calcestruzzo.

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